perche' un nome d'arte?
- Eccomi qui, con la mia doppia figura, quella lavorativa e quella secondaria di musicista. Suono il pianoforte, che ho cominciato a studiare all'eta' di otto anni; dapprima a scuola privata, dalla professoressa Franca, poi al Liceo Musicale presentandomi man mano alle giuste scadenze al Conservatorio per sostenere gli esami da privatista: Teoria e Solfeggio (Conservatorio di Alessandria, 1973), Compimento inferiore di pianoforte principale- quinto anno (Conservatorio di Genova, 1974), Storia della Musica ed Armonia (ambedue al Conservatorio di Alessandria nella sessione ordinaria estiva 1976), Compimento medio di pianoforte principale - ottavo anno (Conservatorio di Genova, 1977). Dopo quest'ultima prova, un esamone della durata di tre giorni, la mia carriera di studente era giunta forzatamente ad un bivio: il terzo anno di università non era più compatibile con la frequenza al Liceo Musicale e decidemmo, di comune accordo con la professoressa, di proseguire la preparazione con lezioni private; e cosi' due anni dopo, nell'estate del 1979, mi presentai all'esame di Diploma di Pianoforte Principale al Conservatorio di Alessandria, ma non riuscii ad ottenere il Diploma ne' nella sessione estiva ne' nella successiva autunnale. Ed ormai l'Universita' mi imponeva, al quinto anno, l'ingresso alla frequenza pratica, assolutamente incompatibile con proseguimento degli studi musicali.
- Cosi' nei successivi venti anni il pianoforte rimase un occasionale passatempo, fino a quando la figlia piu' grande non espresse il desiderio di provare l'opportunita' -che la scuola le aveva dato- di seguire un corso di pianoforte; ci recammo da Merula e trovammo il Roland, pianoforte digitale, quindi magnificamente compatibile con la civile convivenza in condominio urbano. L'entusiasmo della figlia per il pianoforte duro' purtroppo pochi mesi, ma il Roland era entrato in casa ed io non perdevo occasione per rinfrescare la tecnica che aveva tenuto in esercizio le mie dita per i lunghi anni dell'adolescenza; fu proprio in questo periodo che mi fu possibile capire per intero la magia della musica, alla quale riconosco effetti psicologici incredibilmente favorevoli, come riporto in altra pagina di questo sito. Non dovetti impiegare molto a recuperare un repertorio discreto e piu' volte mi capito' di esibirmi (in occasioni, peraltro, assolutamente informali) con alcuni passaggi dei brani che piu' mi stanno a cuore, sia per intensita' artistica sia perche' dimostrativi del corredo tecnico. In questo periodo pero' dovevo molto spesso toccare con mano quanta poca compatibilita' vi sia fra la vita d'artista e la contingente opportunita' di dedicare il meglio delle mie giornate all'attivita' lavorativa ed al doveroso atteggiamento mentale verso una professione che non finisce uscendo dalla sede di lavoro, ma anzi richiede tutto un gran lavoro di preparazione, di aggiornamento, di ordine mentale, di elaborazione per poter lavorare sempre quanto meglio possibile. La musica pertanto era confinata in radi spazi della tarda serata o della notte, quindi rigorosamente alla fine degli impegni lavorativi e familiari; e quelle poche volte che la mia attivita' mi concedeva un mezzo pomeriggio libero e riprendevo in mano i brani classici piu' impegnativi, dovevo poi amaramente constatare nei giorni successivi che la mancanza di tempo per esercitarmi mi impediva di mantenere il progresso tecnico raggiunto...
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- Continuavo a vedere segnali familiari che mi lasciavano ben sperare: i figli sono in realta' interessatissimi alla musica, gli iPod li accompagnano molto spesso nelle loro attivita'; si trattava soltanto di motivarli a diventare "padroni" della musica, a capire quanta emozione possa esservi nella possibilita' di sentire propri i brani musicali; tutti e tre i figli hanno avuto modo di cimentarsi con la tastiera, ma devo riconoscere che il pianoforte (peraltro insostituibile e magico per pienezza di suono) presenta il pesante lato negativo di spaventare il principiante, che probabilmente rifiuta di usare cosi' pochi tasti lasciando intonsi tutti quelli intorno...
- La svolta doveva venire dal figlio piu' piccolo, che aveva manifestato interesse per la chitarra elettrica; fu cosi' che decisi di regalargliela e l'entusiasmo col quale ha iniziato a studiarla mi ha magnificamente ripagato della lunga attesa. Finalmente posso vivere la musica senza rubare spazio alla famiglia! Anzi, la musica e' ora diventata un'ottima esperienza da vivere insieme, perche' il coinvolgimento del "piccolo", della mascotte di casa, porta con se' l'interesse e le attenzioni del resto della famiglia. Suoniamo insieme molto spesso; ha iniziato a studiare anche la teoria musicale ma i suoi primi brani sono scritti su tablature che io gli ho preparato.
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- Ed eccoci arrivati all'autunno del 2009, poco meno di due anni fa: in azienda era uscita una locandina che invitava chi fra i dipendenti avesse una qualche capacita' artistica a contribuire per la festa di Natale; non ebbi nemmeno il tempo di dubitarne e risposi subito, di getto, dando la mia disponibilita'...
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canta Napule! - 24 gennaio 2011
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