... e adesso anche il violino: l'ultima sfida
- L'ho sempre temuto: il violino, lo strumento musicale con il suono piu' simile alla voce umana.
- Uno strumento musicale dal suono emozionante: una scoperta
- Uno strumento musicale fra i piu' piccoli: una lunga storia
- Uno strumento musicale fra i piu' difficili da suonare: una sfida

Una scoperta
- Ho sempre temuto il violino: piccolo, difficile; spesso l'ho sentito suonare male; uno dei timori peggiori, racconti di genitori esasperati o esauriti per il tormento sonoro dei figli che studiano e stonano; il suono stridente, il gracchiare dell'archetto sulle corde; ed infine, forse l'aspetto piu' importante ed inquietante, la mancanza di un riferimento: si', infatti per anni mi sono chiesto come facciano i violinisti a toccare il punto giusto della corda; non e' come la chitarra, non ci sono barre, la corda e' libera! quante ore, giorni, settimane, mesi, anni di studio occorrono per arrivare a suonare bene il violino? E poi, il grosso limite di me pianista: il tasto e' gia' li', bell'e pronto, la frequenza del suono e' stata definita dall'accordatore, non posso sbagliare; nel violino non e' cosi': l'orecchio e' determinante; ed io da sempre sono esecutore, non musicista: legato allo spartito, "non toglietermi lo spartito, se no non so piu' cosa suonare!"; per me pianista un gran salto: superato al Conservatorio (Alessandria, 1973) l'esame di solfeggio cantato, ho poi completamente trascurato qualunque sviluppo delle mie capacita' di distinzione di frequenze per dedicarmi interamente allo studio tecnico del pianoforte. Ed invece...
- Ed invece e' capitata l'occasione: il regalo dei miei figli nel Natale 2010 mi ha aperto la porta alla curiosita'; pur confermando tutti gli aspetti negativi di cui sopra, ho cominciato a scoprire che potevo esercitarmi col violino a sonorita' bassissime, quindi magicamente anche alla fine della mia giornata di lavoro. Questo mi ha permesso di iniziare a prendere confidenza con questo temuto gioiello, fino a quando non ho compiuto l'azzardo di suonare "My way"! Due strofe, ritornello, una strofa, ritornello: male, maluccio fino all'inizio dell'ultimo ritornello, quando le dita della mano sinistra hanno cominciato a riconoscere i punti giusti da premere. E' stata un'emozione incredibile: poche note, intonate; non mi sembrava vero! Bellissimo! Il suono del violino dal vivo e' qualcosa di unico! e l'idea di essere l'artefice di questa meraviglia sonora mi ha caricato di entusiasmo. Come un interruttore che da' luce alla stanza, allo stesso modo qualcosa si e' accesso nella sfera emozionale del mio ipotalamo! Ho iniziato a pensarci, ho dedicato quasi costantemente molti minuti ogni sera, prima di andare a letto, ad esercizi di tecnica; tecnica sulle corde e con le dita, perche' non mi sembrava opportuno usare l'archetto nelle ore serali; lo usavo di giorno, nelle poche occasioni che il lavoro mi concedeva; nelle ore notturne era, e' molto piu' facile trovare anche solo un quarto d'ora per gli esercizi, che ho fatto e sto facendo con molto entusiasmo. Ed i risultati, ancora iniziali, mi stanno ulteriormente caricando di entusiasmo...
Una lunga storia
- Tutto comincio' con l'acquisto del sassofono: il sax tenore, dal suono accattivante, dal timbro magico; volevo fortemente proprio il sax tenore e non potevo avere alcun tentennamento quando il negoziante mi fece osservare che il sax contralto, dalle dimensioni piu' limitate, rispondeva meglio alle mie richieste di trasporto; io cercavo la magia del suono del sax tenore ed in quel momento ... (continua)
Una sfida
- Ho preparato con meticolosita' questo debutto. Ho rinviato gia' cinque volte il gran momento. Il primo tentativo era la jam session di blues al Gilgamesh, sulle note di "Mo Better Blues": una melodia facile facile, che e' possibile eseguire addirittura tutta su una sola corda. L'ho provata e riprovata ma non mi sentivo soddisfatto: la mia impostazione classica (le cui radici risalgono ai primi saggi scolastici del Liceo Musicale) mi impone di sentirmi pronto all'esibizione soltanto quando l'esecuzione e' costantemente corretta; non puo' e non deve bastare riuscire ad eseguire bene il brano una volta si' ed una no; ed ho preferito rinviare. Il secondo tentativo e' stato "At last", con due intermezzi assolutamente agevoli, una lentissima scaletta di semitoni e toni discendenti; ma... per suonare solo questi due intermezzi avrei dovuto chiedere al gruppo di forzare la struttura del brano, che prevede anche una parte di violino piu' difficile all'inizio; e non ho voluto farlo. Il momento giusto sembrava arrivato con "Vorrei che fosse amore", quando la cantante lascia spazio ad una parte strumentale; ma il pianista quel giorno non era disponibile ed ho dovuto ulteriormente rinviare... - Poi sembrava arrivata l'occasione vera: "Strangers in the night", un brano che gia' ho eseguito al piano ed al sassofono, estremamente facile, con intervalli quasi tutti di semitoni e toni eccezion fatta per i due salti acuti. Ci ho dato dentro, l'ho registrata al pianoforte digitale e l'ho suonata mille volte in simultanea col violino; l'ho registrata con piano e violino, l'ho fatta sentire anche a persone estranee per avere il conforto di un giudizio imparziale (in doppio cieco, mascherando la versione ufficiale). Insomma, le prove mi confortavano e mancava soltanto la scoperta di quanto l'emozione puņ giocare nel momento del debutto: pur avendo un'esperienza ormai quasi cinquantennale di impatto col pubblico -e non solo nel campo musicale- non voglio sottovalutare l'importanza dell'emozione: finora, in pubblico, mi sono esibito col pianoforte (che suono da quarantasette anni), con la chitarra (che suono da trenta), col flauto (da venti), col sassofono (da quattro), ma esibirmi con uno strumento che ho suonato per la prima volta soltanto sei mesi fa non puo' non far venire i brividi... Ma anche questa volta ho rinunciato; per due buoni motivi: il primo e' la mancanza di un sostegno live da parte di altri strumenti, avendo a disposizione il solo sax tenore di Felice; ma anche il sax, appunto, e' uno strumento solista, che suona una sola nota per volta e non mi e' sembrato proponibile; il secondo motivo e' la consapevolezza che, da principiante qual sono, ho bisogno di "riscaldarmi", di riprendere confidenza con le dinamiche dell'esecuzione; prima di esibirmi, quando sara' finalmente il momento del gran debutto, mi ritagliero' almeno un quarto d'ora per sciogliere le dita e riprendere gli automatismi; questo significa che il gran momento arrivera' quando avro' trovato l'occasione per concentrarmi sul solo violino, senza pensare al pianoforte, al sassofono, alle storielle, alla presentazione dello spettacolo, etc... E cosi' ho rinviato l'esordio altre due volte, il 3 maggio ed il 26 maggio.
- E finalmente il gran momento e' arrivato: il 19 febbraio 2014 alla RSA Millenium di Torino; l'esperienza, i ripensamenti, i dubbi dei mancati esordi passati mi hanno permesso di preparare meticolosamente il vero esordio. Dal momento che non ho la pretesa di suonare con la bravura e la maestria necessarie, con l'aiuto dei miei collaboratori degli Artisti Grandi Ospedali ho inscenato un comico, apparente litigio: io insisto per entrare in scena col violino mentre i miei amici fingono di trattenermi, disperandosi nel tentativo di impedirmi di straziare il pubblico! E il risultato e' stato addirittura superiore a quello sperato: ho eseguito l'"Inno alla gioia" della Nona sinfonia di Beethoven, studiato meticolosamente nelle settimane, nei giorni precedenti; il pubblico, evidentemente in apprensione dopo la scenetta iniziale, era piacevolmente sorpreso di sentire alcune note intonate ed ha fragorosamente applaudito! al punto che mi sono sentito in diritto di esternare auto-ironiche preoccupazioni sugli effetti cerebrali (positivi) che i nostri spettacoli di intrattenimento hanno nei confronti dei nostri spettatori... (segue)

Un fascino assoluto
- (aggiornamento del 19 agosto 2014) ... e adesso che, dopo tanto studio, riesco a suonare male il violino (si', sono migliorato: perche' prima lo suonavo.... malissimo!), comincio finalmente a gustare tutta l'emozione di una voce particolarmente melodiosa; infatti ritengo il suono del violino assolutamente insuperabile nelle linee melodiche di particolare lentezza/tristezza; e gli esempi sono i primi brani che ho suonato (l'Ave Maria di Schubert, l'inno inglese, Memory; e poi, pescando nel popolare e nel pop, Ma se ghe pensu e La fisarmonica

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pagina creata il 18 aprile 2012 - ultimo aggiornamento 20 agosto 2014