Ludwig van Beethoven
piano sonata op. 13
"P A T E T I C A"
qui racconto la storia del mio rapporto con questo capolavoro artistico

- Il mio rapporto con la Patetica, cioe' con quella che considero la piu' bella composizione per pianoforte nell'intera letteratura musicale, risale al 1975: stavo infatti preparando gli esami di Armonia e di Storia della Musica, che poi avrei superato col minimo dei voti al Conservatorio di Alessandria nell'estate di quell'anno; l'Allegro della Patetica, il primo tempo (movimento) dopo il Grave introduttivo, contiene un clamoroso esempio di "forma sonata", del conflitto cioe' fra i due temi principali; classicamente il primo piu' intenso ed il secondo piu' meditativo; nel corso delle pagine il conflitto assume carattere intensissimo, i due temi si sviluppano, l'Autore li elabora in maniera sublime; poi, alla fine, "vince" il primo tema. Nel primo tempo di questa Sonata c'e' un bellissimo esempio di come il conflitto fra i due temi possa diventare Arte sublime.
- Del secondo movimento e' quasi superfluo parlare, talmente tanto i media l'hanno fatto conoscere al grande pubblico; Adagio cantabile, cosi' Beethoven l'ha definito; ma il livello artistico-tecnico e' eccellente: la mano destra propone in simultanea melodia ed accompagnamento! Ho gia' eseguito in pubblico questo brano, il solo Secondo Movimento lo scorso 23 settembre: avevo grosse perplessita' ad esibirmi su un pianoforte digitale, per quanto di alto livello (Roland KR 17) ma devo riconoscere che, anche se non ai livelli di un pianoforte acustico, non e' stato poi cosi' difficile differenziare il tocco fra le diverse dita della mano destra.
- Il terzo movimento, il Rondo', e' per me la pagina piu' sublime che un artista abbia mai composto: la mano destra esegue una melodia in do minore che trovo assolutamente struggente, mentre la sinistra accompagna con arpeggi ed incroci tecnicamente rilevanti. Il tema viene proposto quattro volte ed anche in queste pagine il grandissimo Beethoven ha lasciato una dimostrazione di quanto la Sua arte fosse innovativa: ogni volta il tema ha un timbro diverso, un "pathos" diverso. Io sento la quarta esposizione in maniera piuttosto diversa da come viene per lo piu' eseguita: credo che l'attacco con accordo sia un messaggio di Beethoven per un ingresso dolce; tant'e' vero che il ritmo e la sonorita' diventano poi incalzanti nello sviluppo, quello che prepara il gran finale; che non e' soltanto finale del terzo movimento, ma e' gran finale di tutta la Sonata! Un crescendo di intensita' che riesce ad emozionarmi anche adesso, dopo averlo eseguito migliaia di volte! E con l'incredibile contrasto con il tenue intermezzo delle penultime misure, che precede la battuta finale, letteralmente esplosiva!